Il 20, 21 e 22 febbraio 2024 il decreto Superbonus passerà alla discussione in Senato. Il testo del disegno di legge è stato già approvato alla Camera senza modifiche, così come arrivato dal Consiglio dei ministri e varato dal governo.
La “riforma” dei bonus edilizi prevede una sanatoria per chi non ha concluso i lavori a fine 2023 con detrazione al 110%, che dal 2024 è scesa al 70%, con costi maggiori per imprese e proprietari di casa. Tuttavia questo mini-condono non riguarderà tutti i beneficiari delle del Superbonus.
Vediamo cosa cambia e chi rischia l’esclusione dalla sanatoria.
Cosa cambia nel 2024 per il Superbonus?
Dal 2023 il governo ha avviato una riforma sui Bonus e Superbonus edilizi con l’obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica a carico del bilancio dello Stato. Il Superbonus è passato dalle detrazioni del 110% al 70% nel 2024. Significa che è stato deciso di ridurre gli “sconti” e sgravi fiscali sui lavori edilizi per migliorare la classe energetica delle case, spiazzando chi non è riuscito a chiudere i cantieri entro fine 2023.
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Nel 2025 l’aliquota sarà ulteriormente ridotta al 65%.
Il dibattito si è acceso sul problema dei lavori in case e condomini non conclusi al 31 dicembre 2023. Cosa accadrà ai beneficiari del Superbonus? Perderanno i crediti e le agevolazioni? A questo, e altri interrogativi, si è cercato di dare una risposta, che potrebbe arrivare a breve, con l’approvazione in Senato del decreto Superbonus.
Quali sono le ultime novità sul bonus 110?
A fine febbraio 2024 approderà a Palazzo Madama il testo del decreto Superbonus varato dal governo e già approvato alla Camera. La nuova “riforma” del Superbonus introdurrà una sanatoria per coloro che decideranno di chiudere in anticipo i lavori edilizi e non riusciranno a ottenere il salto migliorativo delle due classi energetiche previste come obiettivo per l’efficientamento, il risparmio e la sostenibilità energetica.
La sanatoria riguarderà chi ha ottenuto il Superbonus 110 con lo sconto in fattura o la cessione del credito. Tuttavia, dalla sanatoria sono esclusi tutti i beneficiari del Superbonus 110 con gli sgravi fiscali sulle imposte Irpef.
Chi è escluso dalla sanatoria Superbonus
Il testo del decreto approvato alla Camera esclude dalla sanatoria tutti i beneficiari del Superbonus 110 che hanno scelto la detrazione fiscale sulle proprie imposte.
Dunque, chi deciderà di finire i lavori in anticipo per non dover pagare altre spese a causa della riduzione del Superbonus dal 110 al 70%, e non avrà raggiunto l’obiettivo del miglioramento di due classi energetiche, rischia di dover restituire indietro, al Fisco, i crediti e gli sconti fiscali accumulati.
Operazione spalma-crediti: l’ipotesi allo studio
Il governo studia alcune soluzioni per incentivare il prosieguo dei lavori e consentire il salto delle due classi energetiche, senza correre il rischio di dover restituire le detrazioni fiscali accumulate. Si valuta la possibilità di spalmare i crediti del Superbonus su 10 rate annuali, anziché 4. La modifica alla norma dovrà però passare dal giudizio del Dipartimento del Tesoro.